CORSO DI FUMETTO DEL CASTELLO

CORSO DI FUMETTO DEL CASTELLO

venerdì 14 ottobre 2016

INTERVISTA A PASKUO

Illustrazione
Daniele Pasquetti – illustrazione.


Daniele Pasquetti ha frequentato il corso di fumetto ormai una decina d'anni fa.
Sul suo sito web, si descrive così:

Illustratore milanese con interesse per il grottesco orrorifico, la psichedelia fantascientifica ed il surreale umoristico. Mischiando la sua passione per la musica e la poster art, dà forma ad eccentriche visioni in un calderone di stili e tecniche differenti che vanno dalla più moderna digital art, passando dalla serigrafia all'oramai desueto aerografo, per creare grafiche di cd, vinili, t-shirt, flyer... Lavora da tempo come disegnatore per diverse case editrici scolastiche ed enigmistiche portando parallelamente avanti un percorso creativo come pittore, realizzando opere contorte di anatomie inquiete ed impossibili.


Illustrazione
Daniele Pasquetti – illustrazione.


Illustrazione di Daniele Pasquetti
Daniele Pasquetti – illustrazione.


Illustrazioni per l'editoria scolastica
Daniele Pasquetti – illustrazioni per l'editoria scolastica.


Fumetto su Rita Levi Montalcini per l'editoria scolastica
Daniele Pasquetti – fumetto per l'editoria scolastica.

– Daniele, il corso ha cambiato il tuo modo di intendere il fumetto? e se sì in che modo?


– Sicuramente sì. Mi ha dato le basi per capire il valore di un opera. Prima compravo un fumetto solo perché aveva dei bei disegni dall’impatto immediato. Sì, avevo sentito parlare di un certo Corto Maltese ma un Ranxerox se lo mangiava ai miei occhi fanciulletti. Ahi quanto mi sbagliai… Dal corso ho capito che la semplicità e la sintesi sono talvolta più complesse delle zarrate che conoscevo fino ad allora (e che comunque amo ancora assai!). Conoscere mi ha fatto crollare i pregiudizi su certi fumetti e questo è una cosa importante, pure nella vita.

– Cosa ti ha colpito del corso di fumetto?


– Inizialmente mi ha colpito che l'insegnante dopo il primo giro di presentazioni si ricordasse tutti i nomi. Poi mi son sorpreso di vedere tanti ragazzi come me disposti a farsi due ore di sera dopo una giornata di studio o lavoro, 4 giorni a settimana, per 3 anni. Davvero c’era tanta passione e creatività ed un ambiente stimolante che, si sa, aiuta a migliorarsi. Pareva di stare in uno studio creativo.
Mi ha colpito vedere alcuni compagni crescere enormemente da un anno all’altro; amici meno pratici nel disegno sviluppare percorsi grafici e narrativi tali da sopperire a questa lacuna, piuttosto che amici più abili sacrificare il virtuosismo per prediligere la narrazione.
Ma la cosa che mi eccitava di più era sentirmi un po’ come se stessi sbirciando nel backstage di un qualcosa che fino ad allora mi ero sempre chiesto come funzionasse.
Ah, altro aspetto fondamentale, i professori per la prima volta dopo le scuole dell’obbligo erano simpatici e si sbattevano per organizzare iniziative formative al di fuori dell’orario scolastico, senza guadagnarci un soldo! E ti prestavano i fumetti.


– Come hai cominciato a lavorare nell'editoria?


– Devo il debutto a un prof del corso (grazie Lorenzo!) che ha creduto in me e altri ex allievi procurandoci un primo ingaggio nell'editoria scolastica e assistendoci attivamente mentre muovevamo i primi passi.


– Lavorando con gli editori, in che modo ti è stato utile aver frequentato il corso?


– L’insegnamento più utile che mi ha aiutato nella professione è stato quello di non affezionarsi troppo al disegno che tanto non è mai “buona la prima”. Seppur frustrante talvolta è necessario cancellare e rifare da zero.


– Hai qualche consiglio da dare a chi vorrebbe iscriversi e a chi frequenta il corso?


– A chi già frequenta dico di imparare dal vicino di banco. Di non essere presuntuosi. Di cercare di collaborare fra di voi e partecipare a tutte le iniziative extrascolastiche.
A chi ancora non si è iscritto invece dico che il corso di fumetto è stato il più formativo dei corsi che abbia mai frequentato. Se la vostra passione è forte ne uscirete sicuramente migliori.


– Racconta un ricordo divertente che conservi della scuola del Castello...


– Le discussioni sui fumetti e fumettisti erano sempre divertenti. Ricordo di una discussione circa lo sforzo muscolare sovrumano a cui sarebbe stato costretto un personaggio disegnato da Claudio Castellini se fosse stato intento a reggere una tazza di tè. Ovviamente detto con rispetto per l’autore.


– Qual è stata la parte più difficile da mandar giù nei tre anni di corso, e quale la più entusiasmante (o proprio l'esercizio più ostico e il più divertente)?


– Mi ricordo diversi esercizi ostici ma al tempo stesso spassosi, tipo aggiungere i dialoghi ad una storia muta di Daredevil, piuttosto che da una fotocopia di una stanza rappresentata con una linea chiara creare con textures e neri pieni diversi tipi di illuminazione della stessa… gli esercizi di anatomia (questi più ostici che spassosi).


– Ricordiamo che quando lavoravi sugli esercizi di scuola, pur riuscendo a rimanere nelle direttive date, lo facevi sempre riuscendo a dare un tocco di originalità personale nell'interpretarli; come concepisci l'originalità artistica?

– Sono contento se son riuscito a rimanere nelle direttive. Il più delle volte credevo di deragliare troppo dai binari.
Quando ero al corso cercavo di affrontare ogni sfida creativa chiedendomi quale sarebbe stata la cosa più assurda che mi avrebbe sorpreso vedere o raccontare, anche lontana dall’avere un senso logico ma che mi evocasse qualcosa, mi stimolasse la voglia di disegnarla, mi divertisse o spaventasse. Poi pensavo al modo più semplice e credibile per amalgamare il tutto e farlo viaggiare sui binari senza deragliare appunto; il passo finale era interpretarlo col mio punto di vista e modo di esprimermi. Un minestrone di ingredienti incompatibili che all’assaggio avrebbe dovuto avere un gusto equilibrato.
In sostanza, concepisco l’originalità artistica come un pisciare fuori dal vaso su un treno fermo alla stazione. Stai andando contro le regole ma alla fine le stai rispettando... non so se mi spiego.

– Osservando il tuo lavoro, si ha l'impressione che tu sia interessato anche ad una ricerca sull'uso di mezzi espressivi molto diversi tra loro, cosa ti spinge ad usare una tecnica piuttosto che un'altra?

– Per lavorare prediligo photoshop che mi dimezza i tempi e mi fa raggiungere risultati che a mano libera me li scordo. Mi ritrovo comunque spesso ad usare pennino e china per il tratto del disegno. Sulla tavoletta grafica alcuni movimenti sono meno gestibili.
Per quanto sia appagante però vedere un proprio disegno realizzato digitalmente stampato su un libro o pubblicato nel web, talvolta urge la necessità di sviluppare progetti personali per far ritorno al disegno vecchia maniera che permetta di utilizzare diverse superfici e raggiungere dimensioni superiori a quelle di pubblicazione.
Negli ultimi anni ho trovato il medium ideale nell’aerografo. Uso questa tecnica perché mi rilassa e permette di fare delle sfumature delicatissime che ho avuto sempre difficoltà a ripetere con altri strumenti. In sostanza per rispondere alla domanda, la scelta di alcune tecniche piuttosto che altre, più che a una ricerca espressiva, è dovuta al fatto che con le altre sono negato!


Qual è il tuo sogno professionale più sfrenato?

– Cavolo non lo so… in casa ho una collezione di riviste di programmi tv e mi piacerebbe, ritagliando e incollando tutte le foto di Gerry Scotti che ci trovo all’interno, farne un gigantesco collage che se poi lo guardi da lontano rappresenta il volto di Gerry Scotti e quindi trarne un facile profitto dalla vendita a Gerry Scotti.






Illustrazione per l'editoria scolastica
Daniele Pasquetti – illustrazione per un ristorante.

fumetto Cargo - Malmessi
tavola per Cargo (di prossima pubblicazione)

fumetto Cargo - Malmessi
tavola per Cargo (di prossima pubblicazione)


lunedì 3 ottobre 2016

SEGNALAZIONI TREVIGIANE

Non solo cosplay e mostra mercato. Le fiere di fumetto che amiamo non puntano tutto sull'affluenza massiva di gente travestita e di fanatici disposti a pagare un biglietto d'ingresso per accalcarsi in un enorme negozio a far compere.
Le fiere di fumetto che amiamo promuovono e diffondono la cultura del fumetto, in primo luogo con vere mostre e con incontri fra i professionisti e il pubblico. Vere mostre, ragionate e costruite con passione, e veri incontri che stimolano la curiosità, la riflessione, lo scambio d'opinioni.

Succede così che una fiera di fumetto diventa anche un ambiente che i fumettisti, gli "ufficiali" e gli esordienti delle autoproduzioni, sentono amico: un punto d'incontro fra colleghi che abitano in posti diversi e magari molto distanti, un appuntamento annuale a metà fra lavoro e vacanza in questa o quella città. La città stessa diventa amica, prende una connotazione particolare legata ai luoghi dedicati al fumetto e ai luoghi del ristoro e del rilassamento fra un appuntamento e l'altro. Tanto che se ci torni in un altro momento dell'anno ti senti smarrito, in cerca di percorsi e facce che non ci sono ma che tu sovrapponi come un livello evanescente sul paesaggio, che appare così "strano" nella sua normalità… senza la tua gente.

festival fumetto

Una delle vere fiere di fumetto italiane è il TCBF, Treviso ComicBook Festival, che apre la stagione dopo le vacanze estive, all'inizio dell'autunno, quando tutto ricomincia. Ci sono stato poche ore, e le cose che segnalo qui sono quelle che più ho apprezzato fra ciò che ho visto (ma ciò che ho visto è solo una parte di tutto quel che c'era). Buona parte delle mostre in programma sono ancora aperte e visitabili, anche se scrivo in ritardo e il momento centrale del festival si è svolto nello primo finesettimana d'autunno.

festival fumetto

Della mostra dedicata alla casa editrice inglese Nobrow mi hanno colpito gli originali a grafite di Emily Hugues, con una rappresentazione pop della Natura di un'esuberanza impetuosa.

TCBF 2016


TCBF 2016
Emily Hugues


TCBF 2016
Emily Hugues

Il Regno Unito è stato protagonista anche di Land Escapes, mostra sul paesaggio in senso lato che offre anche un'ampia panoramica sugli autori di fumetto britannici. A parte Dave McKean, le cui tavole svettano su tutto il resto vertiginosamente, mi piace segnalare gli "anomali" Tom Gauld e Stephen Collins.

TCBF 2016
Land Escapes - Dave McKean


TCBF 2016
Dave McKean - Cages

 
TCBF 2016
Dave McKean al TCBF 2016


TCBF 2016
Tom Gauld


TCBF 2016
Tom Gauld


TCBF 2016
Tom Gauld


TCBF 2016
Stephen Collins


Paolo Bacilieri ha esposto tutte quante le tavole della sua ultima fatica underground, Palla. Dice Bacilieri nell'incontro col pubblico che affiancare alla sua intensa produzione nel fumetto "ufficiale" opere irregolari e underground gli fa bene alla salute.

TCBF 2016
Paolo Bacilieri - Palla


Gli originali di Martoz, quelli in bianco e nero a grafite e quelli a colori stra-pop, sono sempre un godimento per gli occhi. A Treviso presentava il suo nuovo librone, Amore di lontano.

TCBF 2016
Martoz


TCBF 2016
TCBF 2016

I ragazzi di Cargo erano presenti all'Area Self della manifestazione (settore che stavolta ho colpevolmente trascurato). Ho chiesto anche a loro di segnalare le cose più interessanti che hanno visto, nel tempo libero dall'impegno al banchetto.

Nel chiostro delle autoproduzioni, Lorenza predilige Blanca e Toastzine. Fra le cose che ha visto in mostra le piace Gemma Correll.

TCBF 2016
Blanca


TCBF 2016
Toastzine


TCBF 2016
Gemma Correll


TCBF 2016
Ippolito Caffi


TCBF 2016
Manuele Fior - L'intervista


TCBF 2016
Sciame


Lucio ha apprezzato l'accostamento fra Manuele Fior e Ippolito Caffi, sorprendente pittore ottocentesco: "Al di là della scontata bellezza di una mostra di Fior, l'inserimento di un fumettista in un contesto museale serio e un così bel raffronto sul piano tecnico con un pittore moderno... una piacevole sorpresa!
Fra le autoproduzioni segnalerei la nuova rivista del collettivo Sciame. Me l'ha venduta Emanuele Sorrentino, ex Canemarcio. Sono fumetti di genere, ambientati in zone urbane, con un gusto un po'… marcio: sono fumetti veri, stampati in bianco e nero e spillati, bene ma senza troppe pretese. Insomma roba fatta per essere letta e non accarezzata".

festival fumetto

festival fumetto







festival fumetto

festival fumetto

Le fotografie del TCBF sono tratte dalla loro pagina facebook (grazie!).